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Au clair de la lune da "Les Voitures versées", variazione per chitarra o lira op. 7

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Molto popolare nell XIX secolo, in particolare grazie al mimo Jean-Gaspard Deburau, il personaggio di Pierrot ispirò poeti, pittori e musicisti. Au clair de la lune, una canzone anonima settecentesca che ha per protagonista questa figura della commedia dell’arte, fu così oggetto di parecchie serie di variazioni per diversi strumenti; e in effetti la regolarità della sua struttura e la melodia gradevole e orecchiabile si prestano perfettamente a questo genere di esercizio. Tra i chitarristi si distinguono Louis-Ange Carpentras e Matteo Carcassi, il quale fa riferimento all’opéra-comique di Boieldieu Les voitures versées, rappresentata per la prima volta a San Pietroburgo nel 1808. Il protagonista Dormeuil non si occupa di tenere in ordine la strada che passa vicino al suo castello nell’Anjou, con il preciso scopo di provocare incidenti: in questo modo può accogliere le vittime, uscendo momentaneamente dalla noia. Nell’Atto II, egli intona con la nipote Élise un duetto in italiano (la lingua del teatro lirico), per sorprendere il pubblico: in realtà, si tratta di una successione di variazioni su Au clair de la lune. La lingua francese riprende i propri diritti alla fine del numero, infiorettata di virtuosistici vocalizzi. L’opera di Boieldieu andò in scena a Parigi nel 1820. Fu probabilmente in seguito a quelle rappresentazioni e al momento del suo trasferimento nella capitale francese che Carcassi compose la propria partitura, destinata alla chitarra o alla lira (termine usato per designare la lira-chitarra, uno strumento di moda nel primo quarto dell’Ottocento). Nella nona e ultima variazione, si noterà la flautata sonorità delle armonie, che testimonia le ricerche stimolate all’epoca da tale strumento.

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data di pubblicazione : 18/10/23



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