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Scènes italiennes op. 126

Compositore/i :
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Formazione musicale :
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Sérénade florentine – Sicilienne – Tarentelle

Nela scia di una tradizione inaugurata nel primo Ottocento da compositori rimasti folgorati dai loro soggiorni iniziatici in Italia (da Mendelssohn a Berlioz), Benjamin Godard ci regala con le sue Scènes italiennes tre ritratti musicali transalpini, esaminati attraverso il prisma di tre luoghi, ai quali corrispondono altrettanti generi musicali. In origine eseguita all’aperto, la serenata diventa nel XIX secolo un genere associato all’espressione del sentimento amoroso (Ständchen di Schubert) o di una certa tristezza (Sérénade mélancolique di Cajkovskij). Qui un discorso di estrema leggerezza, basato su motivi vorticosi, assume un carattere danzante, che questo primo movimento ha in comune con gli altri due. La siciliana, caratterizzata da un ritmo al tempo stesso ternario e puntato che ha ispirato compositori sin dall’epoca barocca, ha accenti più malinconici, alla stregua di quella di Fauré. Il modello della terza di queste Scènes italiennes è la tarantella, una danza indiavolata originaria del Napoletano, contraddistinta da un ritmo irregolare e da un carattere frenetico. Nell’Ottocento, il suo tempo rapido e volubile poteva essere lo spunto per uno sfoggio di virtuosismo strumentale (come per esempio nelle Tarentelles per violoncello e pianoforte di David Popper o in quelle per flauto, clarinetto e orchestra di Saint-Saëns). Composte tra il 1890 e il 1891, le Scènes italiennes furono pubblicate da Schoenewerk e sembra che abbiano avuto ampia diffusione, come denota la loro presenza nei cataloghi di diverse biblioteche americane sin dall’inizio del Novecento.

Permalink

https://www.bruzanemediabase.com/it/node/3297

data di pubblicazione : 13/10/23



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