Ma Mère l’Oye
Pavane de la Belle au Bois Dormant – Petit Poucet – Laideronnette, Impératrice des Pagodes – Les Entretiens de la Belle et de la Bête – Le Jardin féerique.
Fu per i giovanissimi figli dei suoi amici Godebski che Ravel ebbe l’idea di comporre un pezzo facile per pianoforte a quattro mani ispirato a una delle loro favole preferite; nacque così la Pavane, nel 1908. Poi il compositore aggiunse i pezzi seguenti, di più difficile esecuzione, che furono presentati per la prima volta alla Salle Gaveau da pianisti adulti. Nel 1911 li trasformò in una suite orchestrale; in seguito ne aumentò ulteriormente l’organico per accompagnare un balletto, ma è stata la suite orchestrale a imporsi nelle sale da concerto, nella forma di questi cinque pezzi dai toni così diversi e dal colore così magico. Dichiarando che Les Entretiens de la Belle et la Bête costituivano la “quarta Gymnopédie”, Ravel affermava l’influenza dell’estetica minimalista di Erik Satie, percepibile già nella Pavane, una pagina che si suona quasi interamente con i tasti bianchi. Scrivendo per i bambini, il compositore poteva permettersi di adottare una certa semplicità e di opporsi al gusto del tempo per le armonie complicate. Un colorito modale, da canto piano, si avverte nel Petit Poucet, che, pur sembrando un’esercitazione sugli intervalli congiunti e sulla successione regolare delle crome, acquista tutto il suo sapore proprio nel trasgredire le regole stabilite. Laideronnette porta avanti la scommessa limitandosi (apparentemente) alle cinque note della scala cinese. Gli Entretiens sono una sorta di bozzetto di valzer; lo è anche Le Jardin féérique, più cupo all’inizio per meglio risplendere alla fine.
Documenti e archiv
Illustrazione a stampa
La renaissance du ballet français
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data di pubblicazione : 25/09/23
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