Thésée
Durante il suo breve mandato (1778-79) come direttore dell’Académie royale de musique, Anne-Pierre-Jacques Devismes diede un orientamento ambizioso a quella veneranda istituzione, commissionando lavori ai più grandi compositori del tempo e riproponendo opere antiche, come il Thésée di Lully, con l’intento di paragonarle a opere nuove sul medesimo soggetto per dimostrare il progresso della musica moderna. A Gossec viene dunque affidata la riscrittura del Thésée; il vecchio libretto di Quinault viene “ringiovanito” da Morel de Chédeville, il quale lo riduce a quattro atti e sopprime un intreccio secondario, lasciando maggiore spazio all’orchestra. A dispetto di qualche critica, tale innovativa alleanza tra la sensibilità drammaturgica di Gluck, una struttura spirata allo stile italiano e la declamazione alla francese fu accolta, se non con entusiasmo, almeno con interesse dal pubblico e dalla critica, anche se il successo sarebbe stato sicuramente maggiore se l’opera fosse stata rappresentata quattro anni prima. Questa tragedia lirica fu rappresentata quindici volte. Oltre all’aria del re «Faites grâce à mon âge» (I, 7) ripresa da Lully e semplicemente riorchestrata (che fu, paradossalmente, molto applaudita), il pubblico apprezzò particolarmente le scene in cui Medea invoca i demoni, giudicate fra le migliori del genere. La caratterizzazione dei personaggi è fine, come attesta soprattutto quello di Medea, complesso e trattato con grande coerenza. I testimoni dell’epoca hanno sottolineato la bellezza dei colori orchestrali di Gossec, che rivelano una ricerca di cui talora si dimentica la modernità, soprattutto nel trattamento degli strumenti a fiato.
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data di pubblicazione : 25/09/23
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