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Lénore

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È probabilmente nel 1869 che Duparc inizia a lavorare a questo poema sinfonico basato su Lenore, ballata fantastica pubblicata da Gottfried August Bürger nel 1774 e divenuta famosa in Francia grazie alla traduzione di Gérard de Nerval: una notte, Wilhelm (in realtà il suo spettro, come si scopre alla fine del poema) va a prendere l’amata Lénore per condurla in una cavalcata mortale. La partitura viene rappresentata il 15 maggio del 1875 alla Société nationale de Musique sotto la direzione di Édouard Colonne, poi ripresa il 18 ottobre del 1877 ai Concerti popolari di Pasdeloup. Al termine della seconda rappresentazione, Duparc si lancia in un impietoso lavoro di revisione: «Ho tagliato due interi sviluppi per facilitare la digestione, e ne sono molto lieto, perché erano proprio quelli che facevano nascere nell’ascoltatore un disagio gastrico. […] Ho anche apportato per la terza volta numerose modifiche all’orchestrazione; sono eccellenti, ed ora non vi è nulla che non sfoci nella perfezione». In seguito, però, giudica il risultato «troppo teutonico». Era forse riuscito a prendere le distanze dalla propria ammirazione per Wagner?, a rinnovare il tema della cavalcata fantastica, caro al romanticismo? Di fatto, entra in concorrenza con Schubert (Il re degli Elfi), Liszt (Mazeppa), Berlioz (la «Corsa verso l’abisso» della Dannazione di Faust) e Saint-Saëns (Phaéton [Fetonte]). Si rivela meno ispirato nel tema della cavalcata in senso stretto, il cui materiale e la cui sostanza mancano di originalità ma eccellono nella resa del clima desolato delle prime pagine: con la loro erratica armonia e la loro linea tortuosa, Duparc si dimostra degno erede di Liszt.

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data di pubblicazione : 25/09/23



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