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Quintetto per flauto, violino, viola, violoncello e arpa

Compositore/i :
Date :
Instrument(s) :

1. Assez animé – 2. Animé – 3. Assez lent – 4. Très animé

Questo quintetto fu composto su richiesta dell’arpista Pierre Jamet (1893-1991), fondatore del Quintette instrumental de Paris, nel quale era accompagnato da René Le Roy (flauto), René Bas (violino), Pierre Grout (viola) e Roger Boulmé (violoncello). Fu lui, insieme a questi musicisti, a eseguire per la prima volta il lavoro, il 17 maggio 1930, alla Société nationale de musique. Cras, che già gli aveva affidato i Due Improvvisi per arpa (1925) e la Suite en duo (1927), aveva cominciato a comporlo intorno al Natale del 1927, per poi ultimarlo il 9 aprile 1928 a bordo della corazzata “Provence” attraccata a Tolone. Nelle sue intenzioni, i quattro movimenti dovrebbero evocare delle danze, ma senza alcuna ispirazione extra-musicale, contrariamente a quanto egli aveva fatto nel Quintetto con pianoforte (1922). Anche se il compositore ne autorizzò l’esecuzione da parte di un quartetto d’archi con pianoforte, è evidente che ne sviluppò tessitura e armonia in funzione dei timbri del flauto e dell’arpa. Questa musica ricorda forse a tratti Debussy in virtù del suo organico? Come nella Sonata per flauto, viola e arpa di quest’ultimo, nei quattro movimenti è attribuita pari importanza ai vari strumenti, con combinazioni che si rinnovano continuamente. Le coloriture modali abbondano, con qualche sfumatura delicatamente orientalizzante. Un bagliore inquieto si accende al centro del secondo movimento. Il terzo (una sarabanda costellata di emioli) trascorre in un clima meditativo. Tuttavia l’opera, nel suo insieme, evoca l’edonismo di un paesaggio idilliaco. Sull’onda del caldo lirismo delle linee melodiche, si conclude con un finale crepitante di staccati e di pizzicati.

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data di pubblicazione : 25/09/23



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