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Trio per archi in do maggiore op. 5 n. 2

Date :
Formazione musicale :
Instrument(s) :

Allegro – Adagio – Minuetto : Allegro – Finale : Presto 

Sebbene perfettamente in linea con i lavori viennesi coevi, i Tre Trii per violino, viola e violoncello di Boëly, composti nel 1808, si presentano come qualcosa di assolutamente esotico nel panorama francese del tempo. Rispettando una forma classica e privilegiando una scrittura concertante, essi spiccano entro un insieme di lavori francesi “brillanti” in cui gli altri due strumenti si limitano ad accompagnare le parti virtuosistiche del violino. Se tale rifiuto di piegarsi alle consuetudini locali oggi contribuisce alla popolarità di questi tre pezzi, che possono reggere senza rossore il confronto con i Tre Trii op. 9 di Beethoven, questo ha però apparentemente penalizzato a lungo la loro diffusione in Francia. Pur costituendo la seconda prova importante del compositore dopo le Sonate op. 1, saranno pubblicati come “op. 5” solo nel 1829 (presso Frey), dopo un’attesa durata vent’anni. Peraltro, non si ha notizia di alcuna loro esecuzione pubblica in vita di Boëly; Pierre Baillot, che sarebbe stato il violinista più adatto a eseguirli, non li ha mai inseriti nei propri programmi. Pare che la prima esecuzione del primo dei tre abbia avuto luogo nel marzo 1863, da parte della Société des quatuors français. Definendo le caratteristiche dei Tre Trii, Brigitte François-Sappey ne segnala l’armoniosa complementarità: il primo, vigoroso, va collocato secondo la musicologa nel solco di Beethoven; il secondo, “più brioso”, in quello di Haydn; il terzo, “di una sensibilità fremente”, raccoglie l’eredità mozartiana.

Focus

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data di pubblicazione : 25/09/23



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