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Paysages et Marines op. 63

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Formazione musicale :
Instrument(s) :

1. Sur la falaise – 2. Matin calme – 3. Promenade vers la mer – 4. Le chant du chevrier – 5. Soir d’été – 6. Ceux qui s’en vont pêcher au large, dans la nuit – 7. Soir d’angoisses – 8. La chanson des pommiers en fleurs – 9. Paysage d’octobre – 10. Chant de pêcheurs – 11. Dans les grands champs – 12. Poème virgilien

Composto tra il 1915 e il 1916, nel momento in cui Koechlin lavora parallelamente alle Heures persanes, il ciclo Paysages et Marines alla sua prima esecuzione non fu interpretato nella sua versione originaria per pianoforte solo, ma in un arrangiamento per flauto, violino e pianoforte, a opera dell’autore. Il concerto si svolse prima della fine della Grande Guerra, l’11 marzo 1917, durante una matinée «Art et Liberté», nell’interpretazione di Roger Désormière, Yvonne Giraud e Jeanne Herscher. Inizialmente intitolato Pastorales et Marines, il ciclo è un’esplorazione della politonalità, che la giovane generazione di compositori francesi – Milhaud in testa – riprenderà successivamente per conto proprio. Tale trattamento dell’armonia ha la funzione di evocare una quantità di immagini e di atmosfere, dalla fresca brezza che sfiora le onde (Promenade vers la mer) ai malinconici colori dell’autunno (Paysage d’Octobre), fino alle sonorità incantate di Soir d’été. All’orientalismo delle Heures persanes subentra qui il folklore francese, essenzialmente bretone. Il musicologo Robert Orledge, il quale ritiene che questa raccolta sia uno dei lavori più interessanti della seconda fase compositiva di Koechlin, ne rileva anche il particolare trattamento melodico: le linee allungate di Paysages et Marines fanno pensare agli arabeschi dell’Art Nouveau, a volte evocando gli accenti del canto gregoriano. Tra imitazione della natura e figure di canzoni di contadini o di marinai, il ciclo termina con un Poème virgilien alla fine del quale Koechlin scrive – accando all’ultima indicazione agogica bien calme – un verso delle Bucoliche (I, 83): «Maioresque cadunt altis de montibus umbræ» («E dagli alti monti cadono allungandosi le ombre»).

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data di pubblicazione : 25/09/23



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