Rosine Stoltz all’Académie royale de musique
Rosine Stoltz (1815-1903) è ricordata come la prima interprete della Favorite di Gaetano Donizetti, il 2 dicembre 1840. Questo grande mezzosoprano avrebbe regnato pressoché incontrastato sulle scene della parigina Académie royale de musique (Salle Le Peletier) da quel momento fino alla sua precipitosa partenza sei anni più tardi. Figura leggendaria, di un’ambizione smisurata, si impegnò per tutta la vita a creare il proprio mito. La sua stessa nascita era circondata da un alone di mistero: si dichiarava di nobile ascendenza spagnola e sarebbe stata protetta dalla duchessa di Berry. In realtà, nacque a Parigi nel 1815, come Victoire Noël, da semplici portinai. Dopo avere studiato canto con Alexandre-Étienne Choron, si esibì sotto diversi nomi a Lille, a Spa, ad Anversa e a Bruxelles, in ruoli minori o anche solo come corista. Nel frattempo andava acquisendo una sempre maggiore sicurezza di sé; la sua interpretazione del ruolo di Rachel accanto ad Adolphe Nourrit, nella Juive di Fromental Halévy a Bruxelles, si fece notare.
All’età di 22 anni, patrocinata da Nourrit, fu ingaggiata da Edmond Duponchel all’Opéra di Parigi. In quel momento il grande soprano drammatico Cornélie Falcon, benché ancora assai giovane, era già in progressivo declino (si sarebbe ritirata nel 1840, ormai senza voce). Rosine Stoltz cominciò a rimpiazzarla nei suoi ruoli prediletti. Del resto, il 1837 sarebbe stato un anno decisivo, fondamentale nella storia della lirica: Adolphe Nourrit lasciò l’Opéra e venne sostituito, come primo tenore, da Gilbert Duprez. I due rappresentavano estetiche vocali e musicali opposte e poco compatibili: il primo si collocava nella continuità del belcanto classico francese elegiaco, il secondo si imponeva utilizzando mezzi più drammatici e il famoso do di petto che scatenerà tante passioni. Rosine Stoltz debuttò nel ruolo di Rachel il 25 agosto 1837, prima di essere Valentine negli Huguenots di Giacomo Meyerbeer (due ruoli dei quali Cornélie Falcon era stata la prima interprete) e poi Donna Anna nel Don Giovanni di Mozart. Ne furono elogiate la notevole estensione vocale (con belle note gravi), la nobiltà dell’espressione, la pronuncia chiara e sonora. Fu poi la prima interprete di parecchie opere: Guido et Ginevra (nel ruolo di Ricciarda) di Halévy il 5 marzo 1838, Benvenuto Cellini (nel ruolo di Ascanio) di Hector Berlioz il 10 settembre dello stesso anno, Le Lac des Fées (come Marguerite) di Daniel-François-Esprit Auber (tre lavori interpretati accanto a Gilbert Duprez) e poi un’opera breve del conte Marco Aurelio Marliani su un testo di Eugène Scribe, La Xacarilla (nel ruolo di Lazarillo).
Con La Favorite (1840) Rosine Stoltz diventa la numero uno, ma il suo carattere orgoglioso e difficile, capriccioso e affabulatore, nonché la sua patologica gelosia nei confronti dei colleghi le procurano una compatta schiera di nemici sia presso il pubblico sia presso la stampa, che non le perdona quasi nulla. Peraltro è diventata l’amante di Léon Pillet, il nuovo direttore dell’Opéra di Parigi, il quale ha per lei un’ammirazione sconfinata, la copre di regali e di privilegi (morirà completamente rovinato) e di lei dice: “È la Malibran ma senza i suoi difetti”. Un simile accecamento avrà conseguenze prevedibili: Rosine Stoltz si ritiene, di fatto, co-direttrice dell’Opéra. Dopo Agathe nel Freischütz di Carl Maria von Weber nel giugno 1841, interpreta Caterina Cornaro nel nuovo lavoro di Halévy La Reine de Chypre il 22 dicembre dello stesso anno accanto a Duprez come Gérard de Coucy. Il ruolo di Caterina rimase senza dubbio il trionfo più indiscusso di tutta la sua carrière. Il 15 marzo 1843 Charles VI (in cui è Odette) dello stesso Halévy, su un libretto di Casimir Delavigne, riscuote solo un successo di stima, esattamente come Don Sébastien, roi du Portugal di Donizetti (ove interpreta Zaïda). Halévy aveva intanto scritto un’opera nuova, Le Lazzarone, per il giovane e assai promettente tenore Italo Gardoni. Pillet la accettò a condizione che il ruolo principale (Beppo) fosse riscritto per la sua amante; e così fu. Le Lazzarone venne rappresentato per la prima volta all’Académie royale de musique il 29 marzo 1844. Il ruolo di Baptista, ridotto il più possibile, venne affidato alla divina Julie Dorus-Gras. Quella sera, mentre Julie cantava la sua aria principale, risa soffocate percorsero la sala, trasformandosi rapidamente in ilarità generale. Rosine, volendo danneggiare la presunta rivale, si era messa a mangiare spaghetti in scena, come un autentico “lazzarone”, srotolandone un’enorme matassa al di sopra della propria testa. L’esibizione della povera Dorus-Gras ne fu fortemente disturbata: “In questo mondo, ci si difende come si può”, avrebbe dichiarato, stoicamente, la Stoltz.
Da quel momento, la sua stella cominciò a declinare. Dopo essere stata Desdemona nell’Otello di Rossini, rivestì i panni di Maria Stuarda (6 dicembre 1844) nell’opera in cinque atti Marie Stuart di Louis Niedermeyer, accanto a Italo Gardoni (conte di Bothwell) e a Julie Dorus-Gras (Elisabetta d’Inghilterra). Le due opere successive di cui fu la prima interprete, L’Étoile de Séville di Michael William Balfe (17 dicembre 1845) e Le Roi David di Auguste Mermet (3 giugno 1846), non aggiunseno nulla alla sua gloria. La prima di Robert Bruce, il 30 dicembre 1846, sarà anzi funesta per lei. Quella sera le fecero pagare con gli interessi gli arretrati di un’ostilità che era andata accumulandosi nel corso di parecchi anni, come nota il suo biografo Gustave Bord. L’opera – a dire il vero piuttosto inconcludente – è un pastiche concepito da Niedermeyer sulla base di diversi brani di Rossini, peraltro d’intesa con il maestro pesarese. Léon Pillet non era riuscito a ottenere dall'ormai anziano compositore un’opera nuova destinata appositamente alla sua amante. Quest’ultima, a quanto pare indisposta, dopo un inizio brillante entrò in crisi e venne pesantemente fischiata dal pubblico: il colpo era stato dato. Dopo qualche rappresentazione supplementare, prevenendo il proprio allontanamento, Rosine Stoltz annunciò il suo ritiro. Quanto a Pillet, fu congedato qualche tempo dopo. Nondimeno, la serata d’addio della cantante, il 22 aprile 1847, fu trionfale, il che dimostra la volubilità del pubblico... o la presenza di una claque ben organizzata. Rosine Stoltz tornò a esibirsi all’Opéra nel 1854-55, in particolare nel Prophète di Meyerbeer, opera commissionata per lei da Léon Pillet; ma il ruolo di Fidès era stato in realtà creato da Pauline Viardot-Garcia, nel 1849.
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Fromental Halévy. La Reine de Chypre
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data di pubblicazione : 09/01/24