Jean HURÉ

Nato a Gien nel 1877, Jean Huré si trasferì a Parigi nel 1895, dopo aver completato gli studi umanistici ad Angers, e si inserì nella vita musicale parigina sotto la tutela di Widor e Koechlin, prima di intraprendere la carriera di pianista e organista in Francia e all’estero. Fu accolto alla corte della contessa delle Fiandre, del sultano Abdul Medjid e di Carmen Sylva, regina di Romania, con i quali intrattenne una fitta corrispondenza. Al di fuori dei circoli mondani, Huré si affermò come importante divulgatore della letteratura francese per organo. La sua attività didattica lo portò ad annoverare tra i suoi allievi Fred Barlow, Yves Nat e Manuel Rosenthal. Scrisse anche numerose opere didattiche e teoriche, tra cui Dogmes musicaux, Technique du piano, Technique de l’orgue, Esthétique de l’orgue e Saint Augustin musicien. In seguito divenne organista titolare della cattedrale di Angers e di numerose parrocchie parigine, per concludere la sua carriera alle tastiere del Sacré-Cœur e di Saint-Augustin, succedendo a Eugène Gigout. Fondò nel 1923 la rivista “L’Orgue et les Organistes” e scrisse numerosi articoli per la stampa musicale del primo Novecento. Morì di polmonite a Parigi nel 1930, lasciando un corpus di opere sinfoniche, teatrali e cameristiche che testimoniano la sua ampia cultura musicale diacronica, celebrata da queste parole di Georges Migot: “Jean Huré non fa rivoluzioni, sapendo fin troppo bene che questo comporterebbe la distruzione senza ricostruzione. Si evolve, si spinge altrove, ma senza rompere con il passato”.